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Canto XII - Riassunto

Il Tempo:
9 aprile (sabato santo) del 1300
Il Luogo:
il settimo cerchio, primo girone, costituito da un fossato pieno di sangue (il Flegetonte).
La Pena e i Peccatori:
i violenti contro gli altri (nelle persone e nelle cose) sono condannati a restare immersi nel sangue, visto che ne sparsero tanto (contrappasso per analogia).

In Sintesi:
1-30. Il Minotauro.
I due poeti giungono alla frana che conduce al cerchio successivo e che Dante paragona a uno scoscendimento presso Trento; qui vedono disteso sulle rocce il Minotauro che, al loro apparire, s'infuria mordendosi. Le parole sarcastiche di Virgilio lo fanno ancor più imbestialire, e mentre quello saltella goffamente i due poeti passano il varco e scendono al cerchio sottostante.

31-45. Origine delle "ruine" infernali.
Dante riprende il cammino pensieroso e Virgilio, che gli legge nella mente, spiega la ragione di quella "ruina". Essa non esisteva quando Virgilio era disceso nel basso Inferno la prima volta, scongiurato dalla maga Eritone. Alla morte di Cristo tutto l'Inferno tremò così forte che sembrò vera la dottrina del ritorno degli elementi al caos primigenio. Per quel terremoto qui e in altre parti dell'Inferno si ebbero frane e scoscendimenti.

46-75. Il Flegetonte e i Centauri.
Virgilio invita Dante a guardare avanti dove scorre il Flegetonte, fiume di sangue bollente in cui sono immersi i violenti contro il prossimo. Dante guarda e vede sulla riva del fiume correre i centauri armati di saette. Questi si fermano nello scorgere i due poeti scendere dalla ripa e incoccano le frecce mentre uno di loro li interpella ordinando di fermarsi. Virgilio lo placa dichiarandosi pronto a dare spiegazione a Chirone; poi rivolgendosi a Dante gli indica di Nesso, il centauro che ha parlato, Chirone e Folo.

76-99. Incontro con Chirone.
Mentre Virgilio e Dante continuano a scendere, Chirone nota che sotto ai piedi del secondo i sassi si muovono, cosa che non avviene sotto il passo dei morti, e lo fa notare agli altri due centauri. Virgilio spiega che Dante è vivo ed egli, per volere celeste, lo deve guidare attraverso l'Inferno. Chiede poi a Chirone un centauro che li guidi fino al guado e porti Dante sulla groppa per attraversare il fiume. Chirone assegna a Nesso tale compito.


100-139. Nesso mostra a Dante alcuni violenti.
Guidati da Nesso i due poeti proseguono il viaggio lungo la riva del Flegetonte. Il centauro indica prima i tiranni che sono immersi nel fiume fino al ciglio, nominando Alessandro, Dionisio, Ezzelino e Obizzo d'Este, e altri spiriti che sono immersi fino alla gola, fra cui Guido di Montfort. Poi, a mano a mano che si avanza, diminuisce la profondità del fiume e i dannati sono immersi solo fino al petto, altri solo con i piedi: quivi è il guado e Nesso spiega che dall'altra parte la profondità del fiume cresce via via fino a raggiungere il punto più alto dove sono i tiranni tra i quali ricorda Attila, Pirro e Sesto e i due ladroni Rinieri da Corneto e Rinieri de' Pazzi. Passato il fiume, Nesso si gira e torna indietro.

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